Architetto vs Interior Designer: differenze, ruoli e competenze a confronto

Nel mondo della progettazione degli spazi interni, le figure dell’Architetto e dell’Interior Designer sono spesso confuse o sovrapposte. Tuttavia, le loro competenze, responsabilità e possibilità di azione sono ben distinte dalla normativa e dalla prassi professionale. Comprendere queste differenze è fondamentale per chi desidera affrontare un progetto edilizio, sia che si tratti di una nuova costruzione, sia che si voglia semplicemente rinnovare uno spazio esistente, come ad esempio il proprio appartamento od ufficio.

Quante volte, dopo la laurea in Architettura, mi sono sentito domandare “Ma sei Architetto di Interni o di Esterni?”.

Dopo 5 anni di Facoltà di Architettura dove tutti i Professori, gli Assistenti e perfino il “collaboratore scolastico” (il Bidello) mi hanno ripetuto all’infinito la sacralità del dogma “Dal cucchiaino alla città”, sentirsi porre questa domanda è disarmante perché la passione per l’Architettura a “tutto tondo” ti porta a credere profondamente che, dal punto di vista del metodo progettuale e dell’approccio, disegnare una sedia o una città satellite sia praticamente la stessa cosa.

Ma facciamo chiarezza in modo che, chi deve affrontare la ristrutturazione o l’arredo della propria casa sia in grado di scegliere il Professionista più adeguato alle sue esigenze.

Chi è l’Architetto?

Progetto di edificio residenziale sostenibile – Rozzano (MI) – 2019 – Agostinelli Architetti

L’Architetto è un professionista laureato ed abilitato all’esercizio della professione (in Italia, iscritto all’Ordine degli Architetti della propria Provincia), con una competenza tecnica e normativa completa nell’ambito della progettazione, Direzione dei Lavori, Coordinamento della sicurezza e gestione delle pratiche edilizie.

E’ importante evidenziare che Il titolo di “Architetto” è un titolo professionale tutelato dalla legge italiana e spetta esclusivamente a coloro che hanno conseguito la Laurea in Architettura, hanno superato l’Esame di Stato e sono regolarmente iscritti all’Ordine professionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della propria provincia. Chiunque si avvalga di questo titolo senza averne i requisiti è perseguibile dalla legge che tutela il titolo di Architetto per garantire che solo professionisti qualificati e formati possano svolgere le attività di progettazione architettonica (inclusa quella relativa agli interni) ed assumere le responsabilità connesse alla Professione.

L’Architetto può operare su strutture portanti, modifiche distributive, impianti, facciate ed ampliamenti, in conformità con le normative urbanistiche e di sicurezza.

E la parte burocratica l’abbiamo superata!

Detto questo, nell’immaginario collettivo l’Architetto, diciamolo onestamente, è una “figura misteriosa”, un sognatore che disegna progetti irrealizzabili, con scarse competenze tecniche, diplomato al liceo artistico e che fa spendere al Committente “un sacco di soldi” per soluzioni di discutibile funzionalità.

Fino a qualche anno fa me la prendevo e mi offendevo anche perché in cantiere, dopo essermi presentato, i muratori mi prendevano in giro chiedendomi quanto mi mancasse per diventare Geometra! Rispondendo che Geometra lo erò già, tutti gli anni di Architettura e tutti gli sforzi e sacrifici fatti (unitamente ai 45 esami “a libretto”) sono stati spazzati via in un secondo e dal quel momento sono diventato il Geom. Agostinelli (Essere Architetto a Milano Oggi: Opportunità e Difficoltà)

L’Architetto però non è solo quello che immaginano le persone (per fortuna) ma, per me, romanticamente è esattamente come lo descrive uno dei più grandi Ingegneri ed Architetti della Storia dell’Architettura e delle Costruzioni: Pier Luigi Nervi.

“La funzione di Architetto deve essere esercitata da un uomo che ha tanta cultura da poter capire e guidare tutti gli specialisti. L’Architetto si trova alle prese con il tecnico, con l’Ingegnere. L’Ingegnere dice:”A me qui..In questo punto è necessario” e incomincia a raccontare delle cose vere o non vere. “E’ necessario creare una struttura” che supponiamo all’aspetto è grossolana, è pesante, è antipatica, è brutta. L’Architetto deve capirlo il discorso dell’Ingegnere e obbligarlo a modificarla. Ma per obbligare a modificarlo, lo deve capire. L’Architetto è il Super Direttore d’orchestra.”

Come recuperare questo ruolo, questa dignità e questa professionalità che nel tempo l’Architetto ha perduto, ne parleremo nella “prossima puntata”.

Competenze dell’Architetto negli Interni

Direzione dei Lavori in cantiere ristrutturazione appartamento – Milano – 2024

Stabilito chi è l’Architetto, perché mi dovrei affidare a lui per la ristrutturazione di un semplice appartamento?  Non basta un Geometra od un Interior Designer?

“L’Architetto costruisce grandi strutture, musei, areoporti, ospedali, alberghi, enormi complessi residenziali, perché dovrei spendere un sacco di soldi per la ristrutturazione e l’arredo di un semplice appartamento? Al massimo può occuparsi della pratica edilizia (se non costa più del Geometra) ma i lavori li seguirà il Geometra o quell’Interior Designer tanto bravo che ha seguito un corso di Architettura degli Interni.”

Anche in questo caso, quando il potenziale Committente ce lo comunica proprio “de visu” (in faccia), tutti gli anni di Architettura e tutti gli sforzi e sacrifici fatti (unitamente ai famosi 45 esami “a libretto”) vengono nuovamente spazzati via in un secondo.

Gli Architetto non sono solo “artisti pazzi” e creativi come lo erano in passato (alcuni lo sono ancora), ma, attraverso la formazione universitaria, professionale continua e sul campo, hanno profonde e solide competenze:

  • Progettazione architettonica completa, compresa la modifica di muri portanti, aperture, impianti.
  • Redazione e presentazione di pratiche edilizie (CILA, SCIA, Permesso di Costruire).
  • Progettazione e verifica impianti elettrici, idraulici, di climatizzazione.
  • Direzione dei Lavori e Coordinamento della sicurezza in cantiere.
  • Restauro ed interventi su beni vincolati.
  • Controllo e rispetto delle norme urbanistiche ed edilizie locali.

Qualcuno però potrebbe obiettare: “Allora avevo ragione io! L’Architetto si occupa solo di grandi opere e per “le quattro cose” che devo fare a casa mia va bene qualsiasi figura che costi meno”.

Solitamente a questa affermazione rispondo così: “Le “quattro cose che deve fare a casa sua” nascondono sempre dei problemi “galattici ed insormontabili” e per risolverli è necessaria una quantità di tempo incredibile che il Committente non è mai disposto a pagare perché… “doveva dirmelo prima””. A questa affermazione continuo con “Gentile Signora, non essendo ancora un astrologo, mi viene difficile prevedere il Futuro”.

Finita la pausa “humor” per alleggerire l’argomento, dovreste venire in Facoltà di Architettura per qualche ora o guardare sul web le interviste ad alcuni giovani studenti che, nonostante sappiano benissimo che la probabilità di intrapendere una Professione incredibilmente complessa, non pagata o pagata male e che la Disoccupazione sia un Fantasma perenne sulle proprie spalle, trasmettono un entusiasmo meraviglioso ed incredibile che da forza anche a noi Professionisti più maturi e “diversamente giovani” per sguainare la spada della creatività ed entrare in Studio ed in Cantiere tutti i giorni con rinnovata motivazione.

Quando ero Studente era la stessa cosa. Alcuni Professori ci trasmettevano Sogni ma non solo, ci hanno trasmesso la Passione per il lavoro più bello del Mondo, un lavoro fatto di fatica, delusioni ma anche grandi soddisfazioni. Un lavoro che deve ricevere il giusto riconocimento, non solo economico ma anche di considerazione.

Ci occupiamo di Architettura a tutto tondo ed ognuno di noi, secondo i propri valori ed il “creative daemon” che ha nel Cuore, si è specializzato in uno o più settori, fermo restando il valore delle competenze generali dell’Architetto che gli consentono di capire ciò che gli sta intorno e coordinarlo alla perfezione.

L’Architetto quindi non si occupa solo dell’involucro, dell’”Esterno” dell’edificio come credono tutti ma, avendo anche competenze “umanistiche” e non solo “tecniche”, è in grado di progettare gli spazi interni disegnando particolari giochi spaziali (controsoffitti, salti di quota, doppie altezze, soppalchi), effetti materici (superfici continue, nuovi materiali di finitura), arredi su misura e scelte di arredi e complementi di arredo.

Non a caso i più grandi Maestri del Design Internazionale (Le Corbusier, Mies Van der Rohe, Van de Velde, Walter Gropius etc.) e Nazionale (Marco Zanuso, Ignazio Gardella, Giò Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti) erano Architetti ed il loro metodo progettuale era pressochè identico affrontando sia il progetto di Architettura che il Design d’Interni o l’Industrial Design. 

Chi è l’Interior Designer?

Scelta dei materiali in cantiere con il Committente.

L’Interior Designer, o Progettista di Interni, invece, è solitamente un Professionista con una formazione specifica (Diploma, Laurea Triennale o Master), ma non necessariamente abilitato a livello regolamentare come l’Architetto.

L’Interior Designer si occupa prevalentemente dell’organizzazione, composizione e valorizzazione degli spazi interni dal punto di vista funzionale, estetico ed emozionale.

E fin qui nulla da dire!

Competenze dell’Interior Designer

Fase di discussione del progetto

Ma quali sono le competenze dell’Interior Designer? Dove finisce il suo “perimetro” ed inizia quello dell’Architetto?

Principalmente le sue competenze risiedono nella:

  • Progettazione dell’arredo fisso e mobile, scelta dei materiali, finiture e colori.
  • Creazione di concept stilistici e moodboard.
  • Layout funzionali degli ambienti senza alterarne la struttura.
  • Consulenza sulla disposizione di luci e complementi d’arredo.
  • Proposta di soluzioni per ottimizzare il comfort, la vivibilità e l’identità degli spazi.
  • Affiancamento nella scelta di artigiani, materiali e fornitori.

Limiti delle competenze dell’interior designer

Consolidamento strutturale di solaio in legno con sottofondo alleggerito e rete metallica.

L’Interior Designer, pur potendo vantare creatività e visione d’insieme, ha però dei limiti normativi importanti. Non può:

  • Modificare strutture portanti o realizzare interventi che necessitano di autorizzazioni edilizie.
  • Progettare impianti tecnologici.
  • Presentare pratiche in Comune o gestire la sicurezza in cantiere.
  • Intervenire sulla distribuzione interna in tutti i casi, in particolare se questa comporta modifiche sostanziali (come spostamento di muri portanti o creazione di nuove aperture).
  • Operare in autonomia su edifici vincolati;
  • Curare la Direzione dei Lavori.

In sostanza, l’Interior Designer può intervenire sugli spazi interni solo nelle parti “leggere”: colori, finiture, arredo, decorazione e organizzazione senza alterare elementi murari o impiantistici che richiedano autorizzazioni specifiche.

Quando serve l’Architetto e quando basta l’Interior Designer?

Trasformazione uffici seminterrati in abitazione – Milano – 2021 – Agostinelli Architetti.

Nell’immaginario collettivo, la risposta a questa domanda è la seguente:

  • Per un cambio di look, restyling, nuova disposizione dell’arredo o scelta dei materiali, l’Interior Designer è sufficiente.
  • Per ristrutturazioni che prevedano la demolizione o costruzione di pareti, il rifacimento di impianti o qualsiasi variazione strutturale, è indispensabile l’Architetto (o un Ingegnere abilitato).
  • Per pratiche edilizie, permessi, Direzione Lavori o interventi su immobili tutelati, solo l’Architetto o altror Professionista abilitato è autorizzato per legge.

Nella mia ultraventennale esperienza di Architetto, specializzato in Architettura degli Interni per pura passione, ho visto bellissime Architetture di nuova costruzione o splendidi edifici storici, anche ben progettati, venire “arredate” da Interior Designer (anche bravi) ma che non avevano compreso lo Spirito ed il Valore del progetto architettonico.

Sono intervenuti con una metodologia “standardizzata” secondo il loro Stile (ammesso che questa parola possa avere un senso nell’Architettura degli Interni oggi), ignorando completamente il contesto che, negli Interni, è rappresentato sopratutto dall’edificio.

Io, ad esempio, sono un Progettista che non ha uno Stile, ho una metodologia di progetto. Se devo ristrutturare un appartamento in un bellissimo edificio degli anni ’30 del XX secolo, progetterò in un certo modo utilizzando certi materiali e disegnando determinati spazi, se devo intervenire su un edificio anni ’60-’70-’80 progetterò in un altro modo sempre in accordo con le esigenze del Committente ed il carattere dell’edificio.

Questo è, per me, il vero modo di progettare, di fare Architettura (che comprende anche l’Interior Design e l’Architettura degli Interni).

La competenza e soprattutto la “cultura dell’Architetto” (come diceva Nervi) diventa un grande aiuto e vantaggio per il Progettista.

Alla luce di tutto ciò alla domanda “Quando serve l’Architetto e quando basta l’Interior Designer?” potremmo rispondere che, volendo, non è necessario porsi la domanda perché l’Architetto può assolutamente coincidere, per competenze e sensibilità, con l’Interior Designer.

Conclusione

Ristrutturazione casa di ringhiera zona Paolo Sarpi – Milano – 2023- Agostinelli Architetti.

Tutto ciò premesso, la collaborazione tra l’Architetto ed Interior Designer è assolutamente possibile e talvolta consigliata a condizione che vengano rispettate le rispettive competenze seguendo la strada della correttezza da ambo le parti.

La normativa italiana, infatti, pone limiti precisi all’operato dell’Interior Designer, soprattutto in tema di sicurezza, impiantistica e pratiche edilizie. Per evitare errori, ritardi o sanzioni, è sempre bene chiarire i ruoli ed affidarsi a tecnici abilitati quando la legge lo richiede.

Troppe volte Professionisti non abilitati (anche se laureati) svolgono attività di progettazione architettonica, impiantistica e perfino la Direzione dei Lavori (senza la relativa assicurazione) superando la “questione delle competenze” facendo firmare progetto e Direzione dei Lavori ad altri Professionisti che magari non vanno mai in cantiere ma legalmente hanno tutte le responsabilità.

Per fortuna succede meno frequentemente che in passato ma accade ancora con grandi rischi per tutti, Progettisti e Committenti.

Solo con il rispetto dei ruoli e delle competenze, il Progetto di Interni potrà coniugare bellezza, funzionalità e rispetto delle regole.

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Commenti

Una risposta a “Architetto vs Interior Designer: differenze, ruoli e competenze a confronto”

  1. Avatar Francesco Bilanzuolo
    Francesco Bilanzuolo

    Architetto e Interior Designer: due mondi che si sfiorano, ma non si sovrappongono

    Ho letto l’articolo che torna a ribadire i limiti professionali dell’Interior Designer. Nulla di nuovo, a dire il vero: si è semplicemente tracciato un recinto già noto, entro il quale i confini operativi sono da tempo chiari e definiti.

    Ciò che però raramente viene messo in luce è la differenza sensoriale e caratteriale che distingue davvero l’Interior Designer. Quella dimensione più istintiva, più “umana”, che non nasce solo dallo studio, ma dall’esperienza vissuta, dal contatto diretto con la materia, con il cantiere, con le persone che danno forma alle idee.

    Un Interior Designer con gli attributi ,o meglio, con visione e coraggio, è un professionista che unisce sensibilità artistica e competenze operative. È qualcuno che ha costruito il proprio sapere “sul campo”, trasformando ogni esperienza in maestria.
    Paradossalmente, è proprio l’assenza di un titolo “finito” a diventare la sua forza: quella fame di conoscenza, quella capacità di osservare e imparare dagli artigiani, dai tecnici, da chi ha davvero le mani in pasta.

    È lì, nel dialogo tra idea e realtà, che nasce la vera qualità di un progetto d’interni: nel saper sentire uno spazio, interpretarlo, plasmarlo fino a farlo diventare racconto, atmosfera, identità.

    La professione dell’Interior Designer

    Oggi, anche in Italia, la figura dell’Interior Designer è sempre più riconosciuta. Si tratta di un professionista che progetta e organizza gli spazi interni , abitativi, commerciali, ricettivi o lavorativi , con un obiettivo chiaro: creare ambienti funzionali, armoniosi e carichi di significato.

    Per farlo, deve saper coniugare competenze molteplici: architettura, design, storia dell’arte, ergonomia, psicologia dello spazio, ma anche conoscenze di marketing, costruzione, impiantistica, falegnameria e illuminotecnica.
    Gli studi più evoluti, infatti, operano in modo multidisciplinare, affiancando al designer professionisti specializzati in pratiche urbanistiche, strutturali e impiantistiche.

    Essere Interior Designer significa muoversi con naturalezza tra progetto e realtà, tra estetica e funzione, tra intuizione e tecnica. È una professione creativa, certo, ma anche estremamente concreta: un equilibrio costante tra emozione e precisione.

    Il percorso e la missione

    Ogni progetto nasce da un dialogo. Il designer ascolta, interpreta, osserva e restituisce sotto forma di progetto una visione coerente con i desideri e le necessità del cliente.
    Dalla prima idea al progetto preliminare, fino al definitivo e all’esecutivo, ogni fase è un passo verso un obiettivo: dare vita a spazi che parlino di chi li vive.

    È un mestiere di empatia e responsabilità. Non si tratta solo di disporre arredi o scegliere colori, ma di creare armonia tra materiali, luce, volumi e persone.
    E quando il lavoro è ben fatto, il risultato non è solo bello, è giusto: funziona, emoziona, accoglie.

    Una crescita che nasce dall’esperienza

    L’Interior Designer è spesso un freelance, un professionista indipendente che costruisce la propria identità progetto dopo progetto, cliente dopo cliente.
    La sua crescita non dipende da un titolo accademico, ma dalla qualità del suo lavoro, dalla reputazione e dalla capacità di trasformare le idee in esperienze sensoriali.
    Col tempo, i progetti diventano più complessi, i clienti più consapevoli, e la firma più riconoscibile.

    In fondo, l’Interior Designer è , e resterà sempre, un artigiano della percezione, un traduttore di emozioni in spazio, di necessità in forma.

    Ovviamente tanto di cappello alla Laurea ed agli studi universitari che hanno premiato i professionisti Architetti , ma ci tenevo a far notare, pur essendo professionisti senza abilitazione, gli Interior, di livello qualitativo, non calpestano terreni altrui, ma esercitano nel loro piccolo recinto una grande quantità di competenze e di risorse tecniche !

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